Google sbaglia, Google paga. Così la pensa l’Unione Europea, che agirà con decisione. Intenti chiari dai vertici del Vecchio Continente. Perché a Mountain View non rispettano, attraverso la policy adottata, la Privacy degli utenti europei.
La segnalazione è arrivata nell’ottobre 2012, per mano dell’Article 29 Working Party. La chiamano direttiva 95/46/EC e Google non ne ha ancora rispettato i termini. Per questo motivo l’UE nel giro di pochi mesi agirà nei confronti dell’azienda americana, a seguito della dichiarazione d’intenti firmata da tutti i garanti per la tutela dei dati personali d’Europa.
“L’azione congiunta di tutti i Garanti europei nei confronti di Google mira ad affermare l’esigenza del rispetto della riservatezza dei cittadini europei anche da parte dei Big delle Rete e dalle imprese che operano nel settore delle comunicazioni elettroniche ovunque siano stabilite”, ha detto Antonello Soro. Lui è il Garante italiano e Presidente dell’autorità responsabile.
Nelle sue dichiarazioni ufficiali ha continuato: “È un’azione importante per salvaguardare non solo i cittadini, ma anche le imprese europee. Nel caso in cui non si riuscisse a far in modo che Google si adegui alle indicazioni delle Autorità di protezione dati e non modifichi la sua privacy policy per mettersi in regola con le norme che si è data l’Unione in materia, si determinerebbe infatti una situazione paradossale nella quale le imprese europee, che tutelano maggiormente i cittadini in quanto tenute al rispetto di obblighi rigorosi, sarebbero penalizzate rispetto agli Over the Top, come Google”.
L’obiettivo dell’Unione Europea, dunque, è quella di portare le aziende ‘top’ degli USA a rispettare i regolamenti europei. Non ci sarebbe, in tal caso, esempio migliore di Google. Che la battaglia (legale) abbia inizio.