Un passo indietro che fa notizia, quello di Eric Schmidt.
A pochi giorni dalla visita in Corea del Nord e dalla chiusura dell’accordo con gli editori francesi, il Presidente di Google ha fatto sapere di voler cedere il 42% delle sue azioni. Per un valore complessivo di 2,5 miliardi di dollari, dopo che le azioni del gigante statunitense avevano chiuso la scorsa settimana con un valore superiore del 30% rispetto alle rilevazioni dello scorso anno (785,3 dollari).
Con una comunicazione alla Sec, dunque, Schmidt ha reso nota la sua decisione. La cessione delle azioni sarà controllata e spalmata nell’arco di dodici mesi, a intervalli regolari. Secondo il comunicato ufficiale, Schmidt “resta impegnato in Google”, anche se chiaramente la diminuzione delle azioni possedute all’interno dell’azienda, farà scendere inevitabilmente la sua influenza all’interno del gruppo. Lo stesso gruppo in cui era entrato dodici anni fa, voluto da Sergey Brin e Larry Page. A quest’ultimo ha ceduto, nel 2011, il ruolo di amministratore delegato in Google.
La scelta dell’attuale presidente è stata definita ufficialmente una “strategia di lungo termine per la diversificazione degli asset e della liquidità”, anche se circolano già i rumors circa un possibile abbandono.
In termini finanziari, Schimdt venderà oltre il 40% della propria quota, ovvero 3,2 milioni di azioni Google sui 7,6 milioni di titoli in portafoglio, ma resterà in controllo di una quota valutata circa 3,5 miliardi di dollari, ovvero l’1,3% di Google con il 5% dei diritti di voto.
Più di lui solamente Page e Brin. Detentori, rispettivamente, dell’8,7% e dell’8,5% delle azioni.