L’utilizzo di strumenti informatici è aumentato nel corso degli ultimi anni e sta diventando sempre più difficile riciclarli. Numerose compagnie impiegate nello smaltimento dei rifiuti rivelano come sia difficile recuperarli, tanto è vero che i tre quarti vengono eliminati illegalmente. Infatti, dopo cinque anni di raccolta ininterrotta, il recupero sta diminuendo: solo nel 2012, la società Ecodom ha trattato circa 332 tonnellate di rifiuti informatici.
I rifiuti informatici vengono classificati come RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche).
Quali sostanze tossiche contengono?
I rifiuti elettronici informatici contengono condensatori con PCB (Policlorobifenile), interruttori al mercurio e cadmio. Il primo è un composto organico che presenta atomi di cloro al posto dell’idrogeno: gli scienziati lo considerano un inquinante persistente tossico come la diossina, in quanto penetra nel fegato, nei tessuti nervosi e in quelli contenenti un’elevata concentrazione lipidica.
Il mercurio, Hg, è un elemento chimico molto comune. Diventa estremamente tossico se ingerito o inalato. Una ricerca condotta negli USA ha messo in evidenza come i livelli di mercurio presenti nell’organismo di una donna su dodici sono talmente alti da mettere a serio rischio la vita del feto stesso, esponendolo a problemi di sviluppo. In aggiunta, causa ingenti danni al funzionamento del sistema nervoso. Il cadmio (Cd) è un elemento chimico estremamente tossico perché é responsabile di nausea, febbre, diarrea, cianosi, edema polmonare, tachicardia acuta a altre patologie.
Come smaltire i rifiuti informatici?
In Italia sono arrivati i cassonetti intelligenti per lo smaltimento dei rifiuti informatici, unici in Europa. Entrano in funzione solo con una tessera magnetica e una card Hera utilizzate per tracciare l’intero percorso di eliminazione dei RAEE. Il progetto ha un valore di 3,5 milioni di euro ed è finanziato quasi interamente dall’Unione Europea. Prevede differenti tipologie di contenitori: alcuni affiancheranno i classici cassonetti della raccolta, altri saranno disposti in prossimità di grandi negozi come Leroy Merlin e Ikea.
A Roma è attivo un servizio di raccolta “porta a porta” di rifiuti informatici, gratis se non si superano le dimensioni di 3 metri cubi di materiale; a Napoli i cittadini possono inserirli all’interno delle isole ecologiche più vicine a casa. Esistono società specializzate che i rifiuti tecnologici sono disposte a pagarli, come Remedia TSR, la società del Gruppo Remedia.
L’associazione “Progetto Nuova Vita” ha sviluppato un progetto omonimo, “Nuova vita”, che recupera, ricicla e invia il PC in Africa oppure alle organizzazioni che ne hanno bisogno, come scuole, asili o altre strutture.
Lo smaltimento non corretto o l’abbandono di questi rifiuti è dannoso per l’ambiente perché rilasciano sostanze inquinanti e impedisce il recupero di materiali come rame, ferro, acciaio e alluminio.