La faccenda continua. Google, i concorrenti e l’Unione Europea al centro della questione. L’Antitrust ha comunicato, nei giorni scorsi, di voler sottoporre alle parti interessate le misure proposte da Google per porre rimedio alle accuse di abuso della propria posizione di leadership sul mercato dei motori di ricerca, mosse nei mesi scorsi.
Dopo un ‘braccio di ferro‘ non da poco – e qualche minaccia -, l’UE aveva strappato il consenso da parte di Google, con promessa di intervenire al più presto, proponendo una serie di soluzioni. Ora il Commissario dell’UE, lo spagnolo Joaquin Almunia, ha comunicato che terrà conto dei pareri delle aziende concorrenti a Big G, prima di decidere su eventuali sanzioni. “Se il parere sarà positivo – si legge nella notizia ANSA -, i rimedi proposti da Google diventeranno vincolanti”.
Nello specifico, gli ambiti nei quali Google starebbe abusando della propria posizione di vantaggio sono ricerca, pubblicità contestuale e intermediazione pubblicitaria. Search, AdWords e AdSense, per capirci.
Come il gigante di Mountain View ha proposto di intervenire? In primo luogo etichettando e segnalando, in maniera graficamente visibile, i risultati sponsorizzati delle ricerche.
Inoltre Google garantirebbe la visualizzazione di tre link relativi ad altrettanti prodotti alternativi ai suoi, anch’essi ben visibili. L’assegnazione di tali link avverrebbe, come riporta Search Engine Land, attraverso una vendita all’asta.
Per quanto riguarda i casi in cui Google utilizzerà mappe o comunque in riferimento a una ricerca di tipo locale, i tre link saranno visualizzati in verticale all’interno della SERP. In questo caso non è prevista un’asta per assegnare i link.
Ai concorrenti è offerta la possibilità di uscire dai servizi specializzati di Google, senza però che questa scelta, da parte delle aziende, influisca in seguito sul posizionamento delle stesse all’interno del motore di ricerca. A coloro i quali operano in settori di vendita specializzati o legati a prodotti locali, poi, sarà data l’opportunità di contrassegnare determinate categorie d’informazioni, cosicché tali informazioni non vengano visualizzate da Google.
Agli editori, poi, è stato offerto un sistema di gestione dei contenuti – pagina per pagina – da visualizzare all’interno di Google News.
Così come una maggiore libertà sul fronte pubblicitario, evitando d’ora in avanti accordi esclusivi con Google e rendendo così possibile l’accesso ad altre piattaforme del settore. L’elenco completo delle proposte avanzate dalla società di Mountain View sono raccolte all’interno di questa pagina, sul sito Europa.eu.
Un mese d’attesa dividerà, a questo punto, le proposte di Google dalle decisioni di Almunia e dell’UE. Un mese a disposizione dei concorrenti. Staremo a vedere.