Da sette a un miliardo di euro. È un taglio drastico, quello che l’Unione Europea ha operato in termini di investimenti sulla banda larga, con riferimento al bilancio 2014-2020.
A incassare la diminuzione, nettissima, il Connecting Europe Facility (Cef). Organismo che portava avanti un progetto da cinquanta miliardi di euro, con l’obiettivo di “promuovere crescita, occupazione e competitività attraverso investimenti infrastrutturali mirati a livello europeo”. Quelli che in principio erano cinquanta miliardi, ora sono diventati trenta. Con una diminuzione che ha riguardato, di conseguenza, aspetti come la banda larga.
Neelie Kroes, vice-presidente della Commissione europea per l’Agenda Digitale, ha espresso a margine della notizia il proprio “disappunto verso gli Stati Membri per non aver accolto la proposta di fondi per 9,2 miliardi di euro”. Perché con il miliardo disponibile nel bilancio dell’UE, sarà di fatto possibile realizzare esclusivamente servizi di natura digitale. La banda larga rimane un progetto che i fondi stanziati non riusciranno, con ogni probabilità, a coprire.
Cristiano Radaelli, membro del board Digital Europe e presidente di Anitec e vicepresidente di Confindustria Digitale, lo ha definito “un duro colpo”. Perché “a questo punto per le reti a banda larga la palla passa ai singoli Stati membri, mentre la proposta precedente prevedeva fondi gestiti direttamente dall’UE. La banda larga – conclude – è un elemento fondamentale dell’Agenda digitale europea”.