Ore 22 in Italia: cade il sito web del New York Times. Diventa del tutto irraggiungibile. Subito un tweet – ripetuto ora dopo ora – per non rimanere scoperti e indicare agli utenti una versione “minimal” e d’emergenza:
If you can’t access https://t.co/SzEQTqHIZB, we’re also publishing at https://t.co/XFJ9he7Yt0. Tweets here link to the latter.
— The New York Times (@nytimes) August 28, 2013
Dopo aver parlato di semplici problemi tecnici, il portavoce Eileen Murphy conferma le sensazioni: un nuovo attacco alla testata giornalistica più letta al mondo. Un attacco che, come spiegato in questo esaustivo articolo di CloudFlare, ha riguardato i DNS e dunque gli indirizzi IP del NYTimes. Un attacco, quello che ha riguardato la testata giornalistica americana, rivendicato dalla Syrian Electronic Army. Lo stesso che in passato aveva rivendicato attacchi ad altri grandi media internazionali, come Washington Post, Al Jazeera, Human Rights Watch, Telegraph e Independent.
Hi @Twitter, look at your domain, its owned by #SEA 🙂 https://t.co/ZMfpo1t3oG pic.twitter.com/ck7brWtUhK
— SyrianElectronicArmy (@Official_SEA16) August 27, 2013
Stessa sorte, ieri, è toccata all’Huffington Post ed a Twitter. Coi siriani che hanno modificato anche i DNS del dominio twimg.com, contenente tutti i CSS, JS, le immagini, i cookie e altri elementi caricati su Twitter nel corso della navigazione degli utenti. Come spiega nel dettaglio questo post su The Next Web.
https://t.co/uBfzQwDEws#SEA#SyrianElectronicArmypic.twitter.com/YKlbRBm1hg
— SyrianElectronicArmy (@Official_SEA16) August 28, 2013
Alla base dell’attacco, sostiene The Next Web, una risposta virtuale dalla Siria all’attacco militare proveniente dagli USA. Mentre la notizia fa già il paio col problema che aveva riguardato i DNS di Google.ps nei giorni scorsi.