Parliamo di Startup: Moku


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Riparte oggi “Parliamo di Startup“, la rubrica di Giorgiotave.it dedicata alle giovani realtà aziendali italiane. Con noi, per riprendere l’appuntamento settimanale, c’è Michele Redolfi, che racconta storia e sogni di Moku.io, realtà aziendale online che cresce anche grazie al lavoro di Piera Nathalie Scalco, Simone Pozzobon – anche loro tra i fondatori del progetto -, Marco Mezzavilla e Cecilia Donà.

Di cosa si occupa la vostra startup?

La nostra startup, Moku S.r.l., ha l’obiettivo di semplificare e ottimizzare la gestione e la fruizione dei documenti digitali in vari settori, attraverso una piattaforma web leggera e modulare che visualizza documenti evoluti in svariati formati e ne permette la condivisione e l’annotazione (evidenziature, note di testo e disegni) sopra a dei livelli trasparenti. La tecnologia dei livelli scorpora la condivisione dei documenti da quella degli appunti (anche per motivi di privacy) e consente di non modificare il file originale. Ci rivolgiamo al mercato internazionale, sia consumer (con Moku) che business (con Doku).

 

Moku è stata la prima idea che abbiamo sviluppato ed pensata per studenti universitari. Permette di gestire in maniera collaborativa lo studio e di prendere appunti sopra ai livelli trasparenti, semplicemente tramite un browser. Doku si rivolge a professionisti e aziende e intende migliorare il flusso di lavoro e interazione tra fornitori e clienti, gestendolo in modo visuale, accattivante e semplice tramite un’unica piattaforma. Il fornitore crea una cartella (o condivide un link se si tratta di un unico file) con privilegi da amministratore ed invita collaboratori e clienti, i quali invece hanno diritto solo di visualizzazione e annotazione. Il cliente accede ai file, ovunque egli sia, tramite tablet o PC, e prende annotazioni sul proprio livello trasparente. Il fornitore a questo punto può recepire il feedback e caricare una nuova versione dello stesso file.

 

Solitamente, questo flusso di lavoro è gestito tramite telefonate e email e comporta numerosi problemi, tra cui una grande dispersione delle informazioni, la difficoltà di gestire numerosi tipi di formati, la preoccupazione che un file possa essere copiato e/o alterato. Doku, invece, è in fase di sviluppo. Siamo attualmente incubati presso l’acceleratore veneto H-FARM e collaboriamo con Digital Accademia per progetti educativi.

Appunti

Com’è nata l’idea?

E’ nata qualche anno fa da un’intuizione di Piera, durante il periodo universitario, quando noi tre fondatori ci siamo conosciuti… Sperimentando in prima persona la scarsa digitalizzazione del sistema accademico e le difficoltà organizzative e logistiche che riguardano lo studio, abbiamo deciso di creare Moku per agevolare la presa di appunti e la collaborazione tra studenti, proprio come avremmo voluto noi.

Da chi è composto il team e com’è organizzato quotidianamente il lavoro?

Io, Piera e Simone siamo i fondatori e siamo laureati in Ingegneria Informatica a indirizzo gestionale. Tutti e tre ci occupiamo dello sviluppo della piattaforma, seguendo una metodologia agile. In particolare, Piera gestisce la parte finanziaria, io coordino la parte tecnica e Simone cura il project management. Con noi lavorano anche Marco, web designer, e Cecilia, community manager.

Attualmente ci troviamo presso gli uffici di H-FARM che si trovano in provincia di Treviso e lavoriamo lì quasi tutti i giorni, condividendo lo spazio con Digital Accademia. A volte lavoriamo da remoto, utilizzando strumenti come Skype e, ovviamente, Moku.

Come avete finanziato (o finanzierete) l’idea e il progetto?

Da gennaio a luglio 2013 abbiamo partecipato al percorso di incubazione “H-CAMP” e abbiamo ricevuto 15mila euro da parte di H-FARM. Prima di gennaio abbiamo fatto circa 9 mesi di bootstrapping, che continuiamo a fare anche adesso, insieme ad altri lavori per conto terzi, in attesa di trovare investimenti.

Team 5

Quali difficoltà avete incontrato nel creare la vostra startup?

La difficoltà maggiore, che stiamo affrontando tutt’ora, è di sostenerci economicamente il nostro lavoro finché non diventi redditizio. Contrattare un investimento è un processo lungo, faticoso e dall’esito incerto, con cifre investite piuttosto basse. La trafila burocratica e, soprattutto, il costo di gestione di una Srl sono altri aspetti problematici.

Qual è l’obiettivo del progetto?

Vogliamo creare un’infrastruttura leggera, efficace e coesa per caricare, condividere e annotare documenti con diversa granularità di sicurezza e di fruibilità, in modo da ottimizzare il processo di studio, lavoro e revisione per studenti e aziende.

Da giovani imprenditori, credete nell’Italia?

Quello che crediamo è che ci vuole sicuramente coraggio per fare impresa in Italia nel momento attuale. Noi lo stiamo facendo perché vogliamo provare, nel nostro piccolo, a rafforzare il tessuto economico-sociale e creare nuove possibilità di lavoro, soprattutto per i giovani come noi. Mantenere un’ottica internazionale, comunque, è indispensabile, soprattutto nel caso di servizi innovativi e digitali.

Sei il fondatore di una Startup in Italia? Hai un’idea vincente di cui parlare?

Se il tuo progetto è attivo da meno di due anni e vuoi parlarne, fai una segnalazione alla redazione di Giorgiotave.it e la prenderemo in considerazione per un’intervista da pubblicare all’interno del GT Magazine. COMPILA IL FORM su Giorgiotave.it.

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