Cinquecentosessantuno milioni di euro. Letti così, tutti d’un fiato. È la multa che l’Unione Europea ha riservato a Microsoft. Motivazione: non aver lasciato agli utenti libertà di scegliere browser alternativi. O meglio, aver sfruttato la propria posizione di leadership sul mercato per promuovere Internet Explorer, a scapito dei vari Firefox, Chrome, Opera e gli altri browser del settore.
Da Bruxelles, dunque, il commissario UE della concorrenza, il signor Joaquin Almunia – noto per la vicenda legata all’assegnazione delle frequenze italiane sul Digitale Terrestre -, ha comminato la max-ammenda. Ha fatto sentire i muscoli. Ed ha creato una sorta di record, sull’asse UE – Microsoft. Coi 561 milioni di euro di oggi, la società di Redmond diventa il peggiore trasgressore nella storia della concorrenza europea: le multe dell’ultimo decennio ammontano a oltre due miliardi di euro.
Già nel 2004, facendo un passo indietro, l’Unione Europa s’era occupata della vicenda. Nella persona di Mario Monti, per la precisione. Allora la multa ammontava a 497 milioni di euro, a cui fecero seguito nuove ammende perché la società americana non aveva comunque provveduto a rispettare le indicazioni provenienti dal Vecchio Continente. Ora, di nuovo, una punizione esemplare.
Resta l’impressione, tuttavia, che ognuno dei giganti della tecnologia – Microsoft, ma anche Google o Apple – cerchi di tirare il più possibile acqua al proprio mulino, dando un particolare risalto ai suoi servizi. Multe o no.