Lui è Massimiliano Tonelli. Giornalista. Blogger, in questa occasione. Condannato a nove mesi di carcere, sospesi con la condizionale. A cui sommare 20mila euro di risarcimento danni.
La colpa? Cartellopoli.net, un blog fondato per denunciare la faccenda dei cartelloni pubblicitari abusivi a Roma. C’è stata battaglia legale, c’è stata la condanna. Che risolleva il problema: fino a che punto un blogger è responsabile dei contenuti dei quali è autore? Materia delicata, materia irrisolta. Tant’è che Tonelli, il blogger, lo hanno condannato sul serio. Con ben poca delicatezza.
Eppure il fatto, quello dei cartelloni pubblicitari abusivi, un po’ in tutta la Capitale, c’è davvero. Esiste ed è irrisolto. Dal 2010. Da quando, cioè, Tonelli ha cominciato la sua battaglia. Nel mezzo c’è stato anche il sequestro del portale, richiesto da una delle aziende coinvolte nello scandalo. Il motivo: “gravi indizi di incitazione al reato”, secondo il Tribunale di Roma. Ovvero? “Alcuni cittadini erano intervenuti su alcuni cartelloni non perché esasperati da una situazione fuori controllo e unica al mondo, ma perché istigati dal blog Cartellopoli”, scrive lo stesso Tonelli.
Condanna Cartellopoli. Nove mesi di galera per aver aperto un blog che combatte contro la mafia dei cartelloni a… bit.ly/WNYvjL
— Cartellopoli (@cartellopoli) Gennaio 9, 2013
Non è una testata giornalistica, è un blog. Le cose cambiano. Eppure, secondo l’avvocato della D.D.N. Srl, l’azienda che ha chiamato in causa blogger e blog, “ha spiegato che sono i cittadini (istigati dal blog Cartellopoli, e come ti sbagli) ad aver “devastato” (testuale) la città”. È evidente che, aldilà della differenza reale tra blog e testata giornalistica, il blogger ha pagato. Pesantemente.
Su Twitter, è chiaro, tutti dalla parte di Tonelli. Della serie: denunciare qualcosa di illegale, farlo online, è reato. Nel Bel Paese.
“Attenderemo la pubblicazione delle motivazioni, faremo appello e sicuramente verremo risarciti di questa sentenza ingiusta, ma nonostante ciò dobbiamo celebrare una giornata triste e buia per questa città, purtroppo non è la prima, purtroppo non sarà l’ultima. Che dire, stiamoci vicini…”, conclude sempre Tonelli. Blogger, un mestiere pericoloso.
E’ indecente. In Italia se denunci ti fai soltanto nemici, la giustizia è una farsa. I giornalisti “di successo” vanno per meeting, esattamente come le “star del web” ingaggiate un po’ da tutti. Se sei a libro paga non puoi essere libero, non ci vuole molto a capirlo. Per non parlare dei libri, ormai li scrivono pure i cani. Ma denunciare no, quello non si può. Bisogna essere sistema. E loro ne colpiscono uno per spaventarne cento.
Fa tristezza che in Italia si condanni chi fa cronaca e/o esprime un’opinione, sia o meno un giornalista professionista (io abolirei l’ordine, e non solo quello dei giornalisti).