Microsoft. Quello che viene prospettato sul New York Post, è uno scenario rivoluzionario. Ma a pensarci, dimenticando per un attimo l’italica gestione dei successi e dei fallimenti, sarebbe anche una cosa normale.
Microsoft, si diceva. Un dato da aggiungere: Steve Ballmer, il CEO dell’azienda di Redmond. “Se Windows 8 dovesse fallire, Ballmer potrebbe essere messo in discussione”, dice Carolina Milanesi, analista per Gartner. Lo fa, parlando delle difficoltà che il sistema operativo avrebbe a diffondersi, in particolar modo nel mercato mobile: scalzare iOs e Android, qui, sembra un’impresa quasi irrealizzabile, in cui Microsoft ha comunque deciso di imbarcarsi. Senza paura. “Il successo di Microsoft passa per la diffusione nel mobile”.
Chi non ha timore, è giusto però che corra qualche rischio. Soprattutto se, come ha fatto Ballmer, tutte le energie vengono assegnate alla ‘scommessa’ Windows 8. Aggiungeteci un “Phone” nel mezzo. Il risultato dev’essere sempre quello: conta vincere, ora. Microsoft non può più sbagliare e non può correre il rischio di rimanere indietro, in un mercato della tecnologia che vede i grandi gruppi, Google e Apple in primis, dominare su tutti i fronti.
A Redmond hanno comunque fatto una mossa intelligente: quella di rendere Windows Phone disponibile per più produttori. Evitando di chiudersi in sé stessi, come da sempre fanno invece a Cupertino.
Per questo, le previsioni degli analisti devono necessariamente rimanere tali, almeno per qualche tempo ancora. Ballmer rischia? È giusto che sia così. Se Windows 8 avrà successo, sarà giusto che lo stesso Ballmer venga individuato come il primo della lista da ricompensare, con cui congratularsi. Energico com’è, a queste previsioni avrà sorriso. Sbattuto un pugno sul tavolo. Ripreso a lavorare, sudando.