Questi sono i tempi dello streaming musicale. Ci pensano un po’ tutti i grandi nomi della tecnologia, dopo il successo di Spotify e simili. Ci pensa Google, che dalla sua parte ha YouTube e lo sfrutterà, con ogni probabilità.
Ci pensa, poi, Amazon. E ci pensa anche Apple, anche se la società di Cupertino potrebbe aver incontrato dei problemi. Nel convincere le case discografiche a cedere la propria musica. La questione gira, a quanto pare, attorno alle cifre. Lo scrive il New York Post: la società fondata da Steve Jobs avrebbe promesso 6 centesimi di dollaro ogni 100 brani ascoltati in streaming.
Per avere un’idea più completa, basta tirare in ballo i numeri di altri servizi analoghi, come Pandora o Spotify. Il primo si muove sulla base di 12 centesimi, l’altro – leader del settore – avrebbe addirittura raggiunto quota 35 centesimi. Sempre utilizzando come metro i 100 brani ascoltati. Apple, dunque, viaggia su cifre molto inferiori. Inferiori anche ai 21 centesimi che le major del settore, invece, vorrebbero raggiungere per l’accordo.
La mancata individuato di un punto d’incontro, per la verità, ha fatto saltare il debutto di iRadio – così è stato battezzato il servizio di streaming – già una volta, ai tempi del lancio di iPhone 5. Non saranno i 6 centesimi ogni 100 brani a far cambiare idea ai grandi produttori, questo è certo. A poco serviranno anche le promesse sugli introiti pubblicitari. Se gli altri pagano (molto) di più, a Cupertino dovranno pensare a un adeguamento per poter reggere il confronto.