Italia tra arretratezza, banda larga e web che non c’è


Italia, 29esima su 177. È quanto emerge dal rapporto Onu sulla diffusione della banda larga nel mondo, reso noto nell’ambito dello “State of the Broadband 2012: achieving digital inclusion for all”.

Un risultato, quello del Bel Paese, tutt’altro che positivo. L’Italia è 29esima, con 22.8 contratti ogni 100 persone, per quanto riguarda la banda larga fissa. Passando al mobile, poi, siamo ulteriormente indietro: 35esimi al mondo, anche se il numero delle connessioni aumenta a 31.3 ogni 100 persone.

Interessante vedere chi, in questo contesto, domina le classifiche. Nel caso della banda larga fissa, in vetta c’è il Lichtenstein con una penetrazione del 71,6% mentre nella seconda primato a Singapore, con addirittura il 111%, dovuto probabilmente all’alta densità di uffici presenti in una superficie non proprio vasta.

L’Onu, nell’ambito del suo rapporto, ha sottolineato come sia importante accedere in maniera semplice ed efficiente alla rete. Una semplicità, questa, che garantisce anche benefici economici ai paesi più avanzati in questo senso.

Non è il caso del nostro paese, che è addirittura 47esimo per l’accesso generico al web. E poco più della metà degli italiani, appena il 56.8%, utilizza Internet. Tutti numeri che sbattono violentemente contro l’89% e il 95% dei Paesi dell’estremo nord Europa e contro il 79% della Francia, l’82% del Regno Unito e l’83% della Germania. Superano l’Italia anche Ungheria, Polonia, Estonia e Croazia e gran parte dei paesi dell’UE.

Basterà, allora, il progetto dell’Agenda Digitale di cui tanto si è parlato in queste settimane, per tirare fuori la nostra penisola da questo scenario di arretratezza digitale?

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