“Google dovrebbe compensare gli editori di tutta Europa”, la vicenda continua


Ora vanno accontentati tutti. C’era da aspettarselo. È la conseguenza dell’accordo raggiunto da Google, la settimana scorsa, con gli editori francesi.

Al centro dell’attenzione l’aggregazione di notizie all’interno del motore di ricerca. Le notizie pubblicate dai gruppi editoriali e riprese su Google News. Una visibilità vantaggiosa per le testate giornalistiche, se la vedete da un lato. Se vi girate, provate a capovolgerla, troverete gli editori convinti che, attraverso la pubblicazione dei link alle notizie, Big G possa alimentare sensibilmente i suoi introiti pubblicitari.

Così, ecco l’accordo in Francia. A firmarlo Hollande da una parte, Schmidt dall’altra. Che poi, l’accordo ha anche cambiato un po’ forma. Perché Google introdurrà gli editori verso il mercato digitale, garantendo loro il supporto per 60 milioni di euro e permettendo loro di sfruttare la sua piattaforma di advertising. Della serie: come rafforzarsi, con stile. Google quei contenuti li avrebbe aggregati ugualmente. Se ora le grandi testate giornalistiche decideranno – come in Francia – di diventare inserzioniste, tanto meglio.

Ora tutti vogliono lo stesso trattamento, però. Lo ha detto Pinto Balsemao, il presidente dello European Publishers Council. Che ha rincarato la dose.

“Google dovrebbe compensare gli editori di tutta Europa, dal momento che fa profitti dalla vendita di pubblicità, facendo leva sui contenuti gratuiti dei siti d’informazione”.

Questo signore, Balsemao, parla per rappresentare alcuni dei principali gruppi editoriali europei. Compresi gli italiani Rcs e L’Espresso, per intenderci. Lo stesso presidente non ha comunque parlato di cifre. Ha detto che Google dovrebbe pagare. Ma questo lo si era capito anche da dichiarazioni precedenti. Insomma, vicenda aperta in tutto il Vecchio Continente.

E l’Italia? “L’auspicio è che i tempi siano finalmente maturi per una soluzione – negoziale, normativa o giudiziale – che sciolga il nodo dell’adeguata remunerazione dell’attività delle imprese che producono contenuti editoriali online, per lo sfruttamento economico delle proprie opere da parte di altri soggetti”, ha detto Presidente della FIEG, Giulio Anselmi. Ne ha parlato anche Pier Luca Santoro, in questo articolo.

Il Bel Paese, comunque, ha visto la trattativa con Big G stopparsi. A causa delle Elezioni Politiche, ovviamente. Anche se il fatto di essere rappresentati dallo European Publishers Council, lascia comunque intendere quelle che saranno le intenzioni degli editori ‘di casa nostra’ nel corso dei prossimi mesi.

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